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Futurismo e Fotodinamismo

In questa galleria viene pubblicata una mia ricerca sull’argomento, preceduta da alcune foto scattate a Milano, piazzetta Reale (di fianco al Duomo), dove, in occasione delle celebrazioni milanesi per il centenario del Futurismo, è stata realizzata dall’architetto Italo Rota l’installazione “Toy Building n.1”.

Cenni storici
Il Manifesto di fondazione del movimento futurista fu pubblicato dal poeta ed editore Filippo Tommaso Marinetti per la prima volta il 5 febbraio 1909 nelle cronache letterarie del quotidiano bolognese La Gazzetta dell'Emilia e poi il 20 febbraio 1909, sul parigino Le Figaro, conseguendo così una prestigiosa ribalta internazionale.
Questo apre al mondo una fase inaspettata e rivoluzionaria che cambierà da allora in poi il volto dell’arte visiva: quella pittorica soprattutto,  in quanto la maggior parte dei firmatari era formata da pittori, ma anche quella musicale, teatrale, e infine cinematografica e fotografica.
Nel 1911  Anton Giulio Bragaglia scriverà il libro “Fotodinamismo Futurista”. Con la sua “fotodinamica” A. G. Bragaglia intende liberare la fotografia dal realismo naturale, così le fotografie dinamiche non saranno “mosse”, ma “movimentate” nell’intento di rendere la traiettoria del gesto, cioè di cogliere il movimento in sé nell’atto che si compie. La fotodinamica non deve essere intesa come una cronofotografia, essa non è interessata a riprodurre, uno dopo l’altro, i tempi del gesto, ma a dare la sensazione del movimento e a ricostruirlo.
 

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